A Settembre al Nuraghe

A Settembre ( la data è ancora ‘work in progress’ ) faremo festa al Nuraghe in via Giamaolle 4/A a Borgo Valsugana ( Trento ) con ingresso completamente libero e gratuito per tutte/i 🙂
Per la prima volta Al Nuraghe special guest from AMORE Radio Show / RadioGamma5.it : LORENZOSPEED* ( www.LORENZOSPEED.it )
Un Grazie Speciale a Monica e a tutto il suo staff 🙂
More info soon 🙂
Restate connessi per gli aggiornamenti 🙂

SAN LORENZOSPEED*

Un Grazie Speciale, di cuore, a Tutte/i quelle/i che mi stanno facendo gli auguri di buon onomastico 🙂
Vi aspettiamo tutte/i alle prossime feste per festeggiare insieme 🙂
Domenica 11/8 ore 18 @ Alias, via Bregolini 18, Noale ( Venezia ) ingresso completamente libero e gratuito per tutte/i 🙂
Lunedì 12/8 ore 18 @ Madamadorè, via nazionale 71, Grumolo delle Abbadesse ( Vicenza ) ingresso completamente libero e gratuito per tutte/i 🙂
Giovedì 15/8 ore 17 @ Kiosko Piave, via Grave 2, Falzè di Piave, Sernaglia della Battaglia ( Treviso ) ingresso completamente libero e gratuito per tutte/i 🙂
Venerdì 16/8 ore 22 @ GioDì Cafè, via Valsugana 332/a, San Giorgio in Bosco ( Padova ) con ingresso completamente libero e gratuito per tutte/i 🙂
4 appuntamenti in 4 province diverse per venire incontro alle esigenze di tutte/i; non ci sono + scuse, esserci è d’obbligo !!!
Vi aspettiamo 🙂


Oltre 5000 abbonamenti

Una tifoseria senza eguali… nonostante l’ennesimo campionato di serie C, ed ancora ad inizio Agosto, il LaneRossi Vicenza, appena chiusa la fase di prelazione dedicata agli abbonati della stagione precedente, fa registrare giá il consistente numero di 5.077 tifosi che hanno confermato la loro presenza nella stagione 2019/2020 ormai alle porte. La libera vendita ai ‘nuovi abbonati’ inizierá Mercoledì 7 Agosto 2019 con gli sportelli che apriranno alle ore 9.

Roberto Baggio

“Vengo da Caldogno, un piccolo paese alle porte di Vicenza. Diecimila abitanti, aria buona. Qui sono nato il 18 febbraio 1967 in via Marconi n° 3, alle ore 18.15.
Mio papà si chiama Florindo, mia mamma Matilde. Sono il sesto di otto fratelli. Una grande e bella famiglia, molto sportiva.
Papà ha giocato qualche anno in una squadretta di calcio dilettanti, poi è diventato un ciclista, amava molto la bici.
Mi hanno chiamato Roberto perché papà aveva due idoli: Boninsegna dell’Inter e Bettega della Juve. Quindi Roberto, come loro.
Da bambino ero esile e molto sensibile. Piangevo quando sentivo passare le ambulanze. Ero anche un po timido, il giusto. Ero abbastanza testardo, un malato di calcio. Giocavo con tutto quello che trovavo: palline da tennis, carta bagnata e poi indurita sul termosifone. Giocavo nel corridoio di casa, facevo gol da solo (nella porta aperta del bagno), urlavo e poi facevo la radiocronaca.
Mi allenavo a tirare le punizioni mirando i lampioni della strada; una volta, colpendone uno, mi ritrovai scherzosamente inseguito dal maresciallo dei carabinieri.
Il mio primo allenatore si chiamava Zenere, era il fornaio del paese. Il vicepresidente era un idraulico. Sul Campetto c’era una scritta a grandi caratteri: «Chi non si presenta non giocherà mai più». Io mi presentavo quasi sempre, giocavo, mi divertivo. Mi diceva: ‘tu sei il mio Zico’.
Mi madre è stata un angelo, mi è stata molto vicina. In ospedale, dopo le operazioni, stavo malissimo. Non potevo prendere antidolorifici e il dolore mi trapassava il cranio. Una volta mi sono girato verso di lei, che mi stava accanto, e le ho detto: ‘Mamma, sto malissimo. Se mi vuoi bene uccidimi perché io non ce la faccio più’. Lei mi accarezzava: ‘Non fare lo scemo, eh? Dai dai, tornerai come prima. Più bello e più forte’.
Con mia moglie Andreina ci conosciamo da piccoli. Avevamo 15 anni, abitava vicino casa mia, veniva nella mia scuola. Andreina all’inizio ha fatto fatica ad accettare la mia fede nel buddismo. Poi, quando ha capito che la fede per me era importante, si è avvicinata e abbiamo pregato insieme. La fede mi ha aiutato molto nella mia carriera. L’allenamento spirituale al coraggio mi ha fatto sopportare il dolore. Avevo male, sempre male. Ma non importava. Sono stato male molti anni, ma sono andato in campo. Se avessi dovuto giocare soltanto quando stavo bene, con quella gamba, con quelle ginocchia, avrei fatto due, tre partite all’anno. E invece ho resistito, mi è andata bene. Molti miei amici sono stati più sfortunati e hanno smesso subito”.
[Roberto Baggio]